La Scuola di Politica PolìMiNa nasce da una duplice constatazione: la fragilità del quadro politico nazionale, la dispersione delle culture politiche tradizionali. Per ovviare all’una e all’altra è richiesta un’attività di formazione a cui la Scuola intende contribuire.
Aperta a tutti, la Scuola non si propone una formazione vincolata all’adesione a un partito, o a una dottrina ideologica. Non rinuncia a un orizzonte ideale e valoriale, ispirato a un riformismo liberal-solidaristico, ma lo indica appunto soltanto come orizzonte da raggiungere con gli strumenti della ricerca, della discussione critica, della conoscenza, della libertà di pensiero.
Oggetto della Scuola è l’azione politica, qui intesa in senso specifico, come quel fare di cui l’agente è causa prima, di modo che nel fare si rivela per quel che è. Essere causa prima significa che l’agire politico richiede e promuove autonomia di iniziativa; essere rivelativo o espressivo comporta invece, che nessun’altra attività umana, come la politica «esige il discorso nella stessa misura dell’azione» (Hannah Arendt).
Agire politico è altresì quell’agire che si svolge nello spazio pubblico, avendo come proprio fine una decisione sopra quello spazio. La politica ha però un’ambizione costruttrice, architettonica: la decisione va costruita. La Scuola di Politica PolìMiNa è un’occasione per formarsi nei percorsi culturali e materiali che devono sostenere la decisione politica. Discipline, saperi, competenze diverse sono infatti richieste o convergono in essa (economia, strategia, diritto, comunicazione,…), così come diversi sono i materiali che adopera nella sua costruzione (uomini, risorse, consenso, organizzazione…).